Etna ski trip

The Wait Is Over
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Sapete cosa contribuisce a rendere davvero unica un’esperienza? Il paradosso.

Come il mare e la montagna, come il caldo della lava e il freddo della neve. Come prendere un aereo per andare in Sicilia a sciare quando si hanno le Dolomiti a due passi. Come decidere di farlo così, un giorno improvvisato della settimana, quando si potrebbe organizzare per bene, con un programma, un itinerario. Come mangiare un vero cannolo siciliano vestiti da sci a 2500 mt.

“Sentite, siete liberi questo fine settimana?
“Si”
“Bene, prendete gli sci, andiamo in Sicilia”

È così che tutto è iniziato. Un biglietto aereo preso qualche giorno prima e nello zaino solo abbigliamento da sci.


La Sicilia, in sole 24 ore, si è rivelata un vero e proprio viaggio. Ma come fai a chiamare una sola giornata “viaggio”? Paradossalmente lo è stato, più di tanti. Solitamente un viaggio lo prepari mesi prima, studi bene il posto, i vari itinerari.

Per andare sull’Etna invece, è stato tutto diverso: il tempo pareva bello nei due giorni successivi, abbiamo comprato i biglietti e lasciato che il resto si facesse un po’ da sé. L’unico obiettivo che ci siamo posti era quello di vivere quell’ambiente incredibile di fuoco e neve, montagna e mare.

Sono le 20:30 di venerdì, l’aeroporto di Verona non è molto grande, quindi è difficile non riuscire a trovarsi, anche perché sinceramente non tante persone nell’aeroporto girano con gli sci in spalla e un biglietto per Catania in mano: Giulio, Alex, Elisa e Federica.
Il team è riunito, tempo di imbarcare i bagagli e mangiare un trancio di pizza e si parte.


Il volo è breve e tranquillo, nessuna turbolenza, nessun evento da raccontare, per fortuna.

A Catania fa quasi più freddo che a Verona, strano, ci aspettavamo un clima diverso, ma dopotutto è il 6 di marzo.

È passata da un po’ mezzanotte, quando arriviamo al B&B, tempo di preparare gli zaini per l’indomani mattina e buttarsi per un breve sonno.

La mattina è limpida, il cielo è terso, non possiamo che aspettarci grandi cose da questa giornata. Dopo circa un’ora di auto raggiungiamo Etna Nord, dove incontriamo Marco, la nostra guida, un ragazzo siciliano che fa il maestro di sci a Courchevel.

Ci raggiunge un autobus 4x4 che fino ad ora avevamo visto solo in tv. Le ruote sono alte quasi quanto le ragazze e nella nostra testa il pensiero: “siamo in Sicilia a sciare”.

Il mezzo ci porta alla quota 2500 mt s.l.m., da qui, pelli ai piedi, o meglio, sci ai piedi, e si parte per l’ascesa.

Dopo poco ci rendiamo conto che le previsioni non erano poi così veritiere.
Il vento è il protagonista della giornata, le raffiche a volte toccano i 90km/h, ci viene in mente quello che aveva detto Marco, la nostra guida: “qui spesso ci sono condizioni quasi Patagoniche, un vento che ti porta via”. 


La salita, nonostante il vento, è divertente, a tratti piacevole e, dopo un paio d’ore raggiungiamo una cresta che ci porterà alla sommità del vulcano, o meglio, che avrebbe dovuto farlo. Il vento e le nuvole si intensificano, rendendo la salita sempre più fastidiosa.

La vetta si copre di una coltre di nubi grigie e bianche, che riducono la visibilità quasi a zero.

Decidiamo che la vetta non è raggiungibile con quelle condizioni, giriamo i tacchi e iniziamo a scendere, alla ricerca di un po’ di bella neve e qualche cratere inferiore, dopotutto siamo pur sempre qui per sciare, no?

La giornata va avanti a salite, discese e…cannoli.

I cannoli Siciliani hanno davvero una marcia in più, e ancora di più se mangiati a 2500 mt con gli sci ai piedi, se ci penso intensamente riesco ancora a sentirne il gusto. Sono circa le 16:00, è ora di scendere, e dirigersi verso l’aeroporto.

Abbiamo ancora un po’ di tempo però, perché non fermarsi ad Aci Trezza?

L’Etna nasce proprio lì, 500 milioni di anni fa, dove ora rimangono solo tre faraglioni, i faraglioni dei ciclopi. Pensare a noi, che camminiamo con gli scarponi in mano e gli sci sulle spalle, con il mare che ci circonda, una birra veloce con le gambe a penzoloni, questa volta su un molo.

Straordinario! In un momento, mare e montagna insieme.

Come riassumere tutto questo?


Quattro amici, un viaggio improvvisato, cannoli, sorrisi e tante risate. In un modo o nell’altro questi due giorni hanno lasciato dei ricordi che rimarranno impressi nella mente e nel cuore. Immagini pieni di contrasti, paradossi che insieme si armonizzano, che rendono quei momenti qualcosa di unico, qualcosa di speciale, appunto che rendono due giorni un Viaggio.

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